I cinema di San Giovanni Lupatoto


Il Cinema Iris

È stato il primo cinema del paese, operativo dalla fine degli Anni Dieci del secolo scorso. Era di proprietà e gestito dalla famiglia Galvani e si trovava (la facciata esiste tuttora) all’inizio di via Federico Garofoli. Cessata l’attività di sala cinema­tografica (non è noto in quale anno), l’interno del fabbricato fu riconvertito a officina meccanica degli stessi Galvani. Con il trasferimento  in altro luogo dell’officina, l’edificio restò in parte chiuso. Nei primi anni 2000 una parte della struttura, quella sul retro, fu abbattuta per far posto a nuovi appartamenti mentre la parte esterna, quella che dà sulla strada, venne mantenuta ed è tuttora visibile nell’aspetto originale.

 

Il Cinema Floreal

Esistente già all’inizio degli Anni Venti del secolo scorso (ai tempi del cinema muto), si trovava in piazza Umberto I dove ora sorge la “Galleria Ideal”. Dalle cartoline dell’e­poca si nota la bella facciata in stile “Liberty”. Era uno dei pochissimi edifici in tale stile esistenti a San Giovanni Lupatoto. Era gestito dal maestro di musica Bruno Sprea, celebre figura lupatotina, che lo ha condotto fino al 1935; poi fu ceduto alla famiglia Perbellini.

 

Il Cinema Ideal

Si trovava in piazza Umberto I dove ora sorge la galleria omonima. Si tratta dello stesso “Floreal” rilevato nella se­conda metà degli Anni Trenta dai fratelli Gino, Beppino e Fedele Perbellini e rinominato “Cinema Ideal”. Alla fine degli Anni Cinquanta il cine­ma fu completamente ristrut­turato all’interno, con nuovi intonaci, poltroncine e impianto di illuminazione. Fu anche dotato di un nuovo impianto di riscaldamento ad aria, una vera novità per quei tempi. Prima infatti il riscaldamento era fornito da grandi stufe a legna in terracotta. All’esterno la facciata fu rifatta completamente in stile moderno, sacrificando le precedenti decorazioni Liberty, e dotata di una pensilina, sotto la quale venivano appesi in appositi spazi i cartelloni dei film: quelli in programmazione da una parte, quelli da proiettare successivamente (“Prossimamente”) dall’altra.
Aveva la galleria ed era la sala cinematografica più moderna del paese. Rimase in funzione fino alla seconda metà degli Anni Settanta.

 

Il Cinema Sociale

Si trovava in via Garofoli. È stato inaugurato nel 1926 e ha funzionato fino al 1935 quando fu venduto ai Perbel­lini.
Prima della Seconda Guerra Mondiale fu riconvertito in magazzino di deposito di granaglie “Monte Formenta­rio” e durante la guerra stessa divenne deposito di tabacchi controllato dalla Manifattura Tabacchi e fu saccheggiato alla fine degli eventi bellici.
Nel dopoguerra la famiglia Perbellini ne rientrò in possesso e lo riconvertì a teatro e sala cinematografica.
Agli inizi degli Anni Sessanta il cinema fu oggetto di una ristrutturazione all’interno con nuovi intonaci e un nuovo impianto di illuminazione. Fu anche dotato di un nuovo impianto di riscaldamento ad aria, in sostituzione del precedente riscaldamento assicurato da grandi stufe a legna in terracotta. All’esterno fu ricavata una pensilina sostenuta da colonnine in ferro, sotto la quale venivano appesi in appositi spazi i cartelloni dei film, da una parte quelli in programmazione e dall’altra quelli da proiettare in seguito (“Prossimamente”). Aveva la galleria. Ultimo cinema rimasto in attività, chiuse nel 1978.

 

Il Cinema all’aperto Arcobaleno

Era in via Garofoli di fronte al cinema Sociale, a fianco della balera “La Lucerna”, ricavato nel vasto cortile dell’abi­tazione delle famiglie di Fedele e Beppino Perbellini. Ora sul fronte strada funziona lo studio dentistico dei fratelli Paolo e Riccardo Perbellini, figli di Beppino. Beppino, assieme ai fratelli Fedele e Gino gestiva il cinema, entrato in funzione dopo la Seconda Guerra Mondiale; l’attività cessò negli Anni Settanta.
A metà di via Carso è ancora presente, ora tutto coperto di edera, il muro che costituiva lo schermo del cinema; è visibile anche l’ampliamento dello schermo, realizzato in epoca successiva, per adattarlo alle nuove proiezioni di film americani in cinemascope.

 

Il Cinema Ideal Estivo

Sorgeva sull’area occupata dal Palazzo Pipi che fu demolito verso la fine degli Anni Cinquanta. Anche questo era gestito dai fratelli Beppino, Fedele e Gino Perbellini, co­me estensione estiva dell’adia­cente cinema Ideal.
Ha funzionato per una decina di anni. Lo schermo era posizionato sul lato nord, verso il cinema Ideal. Durante gli spettacoli era organizzato un servizio di custodia della biciclette in uno spazio adiacente, sotto le acacie tra la torre e la strada, riservato alle persone che provenivano da fuori paese. Il terreno era di proprietà della Manifattura Festi Rasini.

 

Il Cinema Giardino all’aperto
Inizialmente era in gestione della famiglia Menini, detti “Pioesina”. Situato su terreno di proprietà dei signori Palazzoli, era localizzato nello spazio occupato dalla filiale della Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno poi diventata Unicredit. Dagli Anni Cinquanta e fino all’inizio degli Anni Sessanta, quando cessò l’attività, fu gestito dai fratelli Perbellini, come gli altri cinema del paese.
Era in funzione solamente durante il periodo estivo come estensione del cinema Ideal che veniva chiuso in estate.
Inizialmente lo schermo per la proiezione era sul muro delle case dietro l’osteria alla Pesa. Poi con l’avvento delle nuove pellicole in cinemascope, per le quali serviva uno schermo molto più grande, non potendo allargare lo schermo già esistente per non coprire le finestre, i gestori decisero di costruirne uno nuovo, posto di traverso tra la mura del cinema e il muro dell’osteria (si direbbe in dialetto “de stracanton”), modificando conseguentemente tutta la disposizione delle panchine riservate agli spettatori. In origine il cinema era un po’ più esteso perché occupava anche parte del terreno dove sorge la villa del dottor Colimodio, prima che questa fosse costruita.

 

Il Cinema Astra, Dai Preti

Fu istituito nella seconda metà degli Anni Quaranta, subito dopo la seconda guerra mon­diale attraverso la ristrut­turazione di un precedente edificio. Di proprietà della parrocchia di San Giovanni Battista, inizialmente era gestito in società dai signori Anselmi e Menini, poi alla fine degli Anni Sessanta, per qualche tempo, fu gestito dai fratelli Perbellini.
Nel frattempo, nel terreno a fianco del cinema (usato anche come campetto di calcio), negli anni 1964-1965, venne realizzato un nuovo cinema all’aperto per la stagione estiva, con un grande schermo adatto ai film in cinemascope. La biglietteria si trovava in un piccolo fabbricato poco più grande di un locale, posto in via Roma vicino all'antica casetta recentemente restaurata dalla parrocchia; lì davanti erano esposti anche i cartelloni dei film in programmazione. Aveva la galleria. Secondo alcune testimonianze da verificare, sembra che in precedenza le proiezioni estive fossero effettuate nel cortile a fianco della chiesa, dove oggi c’è il parcheggio.
Alla domenica venivano fatte tre proiezioni: la prima dopo la funzione pomeridiana, la seconda verso le 18 e l’ultima alle 20.30.
Nel 1970 a causa di un cortocircuito nella sala si sviluppò un grosso incendio che provocò gravi danni rendendola inagibile, per cui il cinema rimase chiuso per qualche tempo e fu ricostruito ex novo.

 

Altri luoghi di proiezione

Nel libro “San Giovanni Lupatoto e la sua gente, ieri e oggi” di E. Ferrario, edizioni Montedit 1995, in una intervista Igino Maggiotto parla del cinema all’aperto “La Rotonda” in via Roma. Sembra che fosse un cinema estivo all’aperto funzionante prima del cinema Astra, collocato nella corte della famiglia Savoncelli. In effetti una vecchia cartolina di via Roma fotografa anche un cartellone pubblicitario cinematografico.

Nei ricordi di Roberto Facci ragazzino si svolgevano delle serate cinematografiche sotto le piantine oppure in piazzetta Olmo dove venivano poste delle panchine o delle sedie e veniva sospeso un lenzuolo che fungeva da schermo. Pagando una cifra minima si poteva assistere alla proiezione di qualche film non appena l’oscurità ne consentiva la visione.

I giudizi sulla moralità.

All’ingresso della chiesa parrocchiale erano esposti in un’apposita bacheca i giudizi relativi a tutti i film in programmazione in paese. Le mamme già a messa prima avevano quindi la possibilità di visionare il giudizio morale e di informare i figlioli sui eventuali divieti alla visione. I giudizi attribuiti ai film erano i seguenti: per tutti – per adulti – per adulti con riserva – per adulti di piena autorità morale – escluso.
In quest’ultimo caso la visione era vietata; non era comunque raro il caso che le stesse mamme facessero qualche incursione nelle sale cinematografiche per prelevare i figli disobbedienti.

A cura di Flavio Sprea

Marzo 2015


 

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