Vittorio Emanuele III
per grazia di Dio e per volontà della Nazione
RE D'ITALIA e DI ALBANIA IMPERATORE DI ETIOPIA
Ci piacque con Nostro Decreto in data ventuno dicembre millenovecentotrentasei XV E. F., concedere al Comune di San Giovanni Lupatoto la facoltà di usare un gonfalone comunale. Ed essendo stato il Nostro Decreto registrato, come avevamo ordinato, alla Corte dei Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dell'Archivio di Stato in Roma, Vogliamo ora spedire solenne documento della accordata grazia al Comune concessionario. Perciò, in virtù della Nostra Autorità Reale e Costituzionale, dichiariamo spettare al Comune di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, il diritto di far uso di un gonfalone comunale, miniato nel foglio qui annesso e descritto come appresso: Drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento: "Comune di San Giovanni Lupatoto". Le parti di metallo e i nastri saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto azzurro con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento. Dichiariamo inoltre che di tale provvedimento sia presa nota nel Libro Araldico degli Enti Morali.
Comandiamo poi alle Nostre Corti di Giustizia, ai Nostri tribunali ed a tutte le Potestà civili e militari di riconoscere e di mantenere al Comune di San Giovanni Lupatoto i diritti specificati.
In queste Nostre Lettere Patenti, le quali saranno sigillate con Nastro Sigillo Reale firmate da Noi e per il Duce del Fascismo, Capo del Governo, in virtù della Delega da Lui rilasciata il tre novembre millenovecentotrentanove XVIII E. F., dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e vedute alla Consulta Araldica.
Date a Roma, addì ventisette del mese di marzo dell'anno millenovecentoquarantuno quarantunesimo del Nostro Regno.
Vittorio Emanuele
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Viste e trascritte nei registri della Consulta Araldica oggi primo aprile millenovecentoquarantuno XIX E. F.
Il Cancelliere della Consulta Araldica
(Segue firma)